Critiche Commento sull'opera di Clelia Vettrici
Più che ritratti….sono volti.
Più che occhi…sono sguardi.
Più che bocche….sono sorrisi.
Più che astratti…sono trasparenze effervescenti di colore.
Più che personaggi…sono le mille e una sfaccettatura di Clelia.
Più che opere…sono i “suoi” specchi.
Clelia riesce a trasmettere, in ciascuna delle sue produzioni, tanto affetto quanto impulsività, tanta forza quanto controllo. Perché lei è energia e vitalità.
Espressioni piene, marcate e convincenti, occupano spazi molto ampi ed espansivi che richiedono di essere riconosciuti con fermezza e sicurezza. E ricercano uno spazio per esistere ed essere accettati distesamente insieme alla loro fondatrice.
Linee convincenti, intere e armoniche si coniugano in protagoniste che ci contemplano di fronte, disposte ad affrontare il mondo, oggi e qui, che ci convocano a un incontro di percezioni alle quali non possiamo sfuggire... Curioso gioco escopico dove si perde il limite di sapere chi guarda chi... è lo spettatore che osserva le opere... o sono le opere che ci osservano?
Luce, movimenti, trasparenze, strutture volatili si combinano in diagonali calde e in ondulazioni femminili che esprimono spontaneità ed estroversamente sentimenti focosi.
Impronte cariche di materia nella convinzione di una passione che talvolta trabocca e spezza le proibizioni. Accompagnate dal vigore e dalla potenza della loro autrice, alla quale importa il presente e interessa legarsi all'altro a partire dalla sua creatività e audacia nel tentativo di conquistare il suo pubblico.
Colori complementari, limpidi e traboccanti, illuminano abbondantemente fazioni che si impongono con una presenza impetuosa e sincera.
Sensibilità emotiva che a volte si scaglia e altre richiede di essere pensata.
Fluttuazioni dinamiche per incontrare un ancoraggio che, inevitabilmente, danza al tempo di un ritmo energico e vitale, che poco rispetta i limiti autoritari delle regole. Perché Clelia sa di frontiere, ma non sempre le accetta, preferisce essere il vortice.
Dimensioni che sono lavorate a strati, illuminando sfondi e trame che evocano semplicemente profondità, distanze e una forma particolare di vedere la realtà... impregnata di emozioni.
Il tenero e l'etereo convivono con la furia e il coraggio, oscillando tra viavai che finiscono per imporsi innanzi alla franchezza di un’artista suscettibile e percettiva.
Clelia cerca margini e li supera, con una duttilità e femminilità che seduce.
Clelia affronta con la sua energia vitale, con una forza avvolgente e con una fortezza incondizionata. Le sue idee brulicano e desiderano concretizzarsi nell'arte.
Clelia cerca il contatto, sa dei suoi ideali e fluisce diffusamente fino a ogni angolo delle sue tele con veemenza e frenesia. Clelia abbraccia lo spazio, con la "sua" presenza.
... E soggiogano quelle labbra semiaperte, con tenui sorrisi che vogliono dire...
... E si fissano quegli sguardi penetranti e contemplatori...
... E si alzano quei colli, snelli, orgogliosi di mostrare volti che invitano a legarsi direttamente con chi li guarda, cercando il presente, vivendo il momento... come Clelia che vive dando priorità alla sua attualità e alla sua onestà.
Insinuazioni lavorate minuziosamente in ciascuno dei suoi tratti, in ciascuno degli oggetti che accompagnano le sue creazioni.
Seduzione controllata, che non intende trasgredire l'erotismo e anche così genera sensualità.
Fisionomie arrotondate, che con un grande senso estetico passano per il telaio come se stessero danzando al ritmo dei battiti del suo cuore.
Clelia fa, sente, si emoziona e, a volte, pensa. E così riesce ad armonizzare dinamicamente il suo irrequieto mondo interiore, sottomettendolo alle sue premesse. Lei è padrona delle sue norme.
Vitalità che emana da ogni fibra e in ogni tratto.
Aria che ossigena ogni millimetro delle sue astrazioni, con sfumature di colore che satura e illumina per dare effetti arricciati e voluminosi.
Figure stilizzate, indipendenti, franche, avide di esistenza. Occhi, nasi, bocche e sopracciglia delineati con generosità per garantirne la sregolatezza.
Piani verticali che ascendono fino a raggiungere il punto in cui Clelia può e vuole volare, per sentirsi libera e fondatrice delle sue regole.
Impronte cariche di autonomia che si concretizzano in ogni creazione ed esplodono come uno scoppio appassionato.
Clelia sceglie di adornare le sue realizzazioni andando al di là di un collage e al di là di una tecnica mista. Perché ogni pendente, ogni collana, ogni fibbia o gioiello che sceglie per i suoi personaggi, porta la sua impronta, come firma che testimonia la sua nascita e identità. Così li cura e valorizza, così li rende complici delle sue traversate.
È possibile che Clelia abbia aggiunto in ciascuna delle sue pennellate un chilo di vita o un alone del suo spirito e che, in ogni immagine, si rifletta una favilla di se stessa... ma sarà solo nella convergenza dell'incontro con le sue composizioni che scopriremo l'enigmatico impeto, vigore e nobiltà delle sue protagoniste.
Sicuramente Clelia, quando sta per concludere le sue opere e in un angolo del suo laboratorio... le soffia con il suo alito, per regalare loro un pezzo della sua anima e trasmettervi l'incanto della sua esistenza. Basterà soltanto ripercorrerle per saper scoprire dove si trova la sua anima e il suo essere e semplicemente lasciarci soggiogare dinanzi a loro.
Lic. Adriana Pérez Pontieri
M.N. 9726
Ottobre 2011- Buenos Aires – Argentina
L'ASTRATTISMO MATERICO
Quello che oggi ci presenta Clelia Vettrici nelle sue opere è un astrattismo suadente e caloroso, dov'è presente il dialogo della materia. Abbiamo già avuto modo di parlare di questa artista che nella pittura è ormai un nome affermato e che con la indifferenza e sapienza dipinge anche la realtà, tanto per chiarire all'ignaro visitatore che non si diventa pittori astratti improvvisamente alzandosi un bel mattino, ma che per esserlo veramente bisogna aver attraversato un lungo periodo di verifiche e di struggimenti interiori, che bisogna conoscere bene la storia dell'arte, dai segni nelle caverne dell'uomo primitivo ai gesti isterici di Pollock e agli agglomerati graffianti di Fautrier. Non è assolutamente vero che "astratto" voglia dire solo " non concreto", cioè qualcosa che non è riconoscibile e comparabile con le cosa che abbiamo attorno a noi. Anche nel caso della "pittura astratta" bisogna far riferimento alla cultura, alla buona fede e alla serietà dell'artista che la esegue e alla "reazione inreriore" che quest'opera riesce a suscitare . Nelle nuove opere di questa artista esuberanti espressioni del segno manifestano sull'emozione della tela e infondono un'abbagliante e intensa reazione visiva nell'inconscio dell'osservatore, nel quale provocano una prorompente percezione visiva , un vero e proprio elogio alla materia e al graffiante impeto che diventa l'asse portante della sperimentazione di Clelia Vettrici, che si riscontra nel predominio segnico, nell'irruenza del gesto e nella passionalità del colore, quasi sempre pastello, mai acceso né volgare. Siamo di fronte ad un " espressionismo astratto" incentrato sull'aspetto dell'azione, dell'agire libero e intraprendente, svincolato da forme e regole precostituite . L'arte della Vettrici diventa così esperienza vitale a la sua pittura viene considerata nel suo aspetto gestuale, come nel caso dell'action painting o pittura d'azione, nella quale vigorose pennellate lasciate con gesti decisi definiscono con pochi segni lo spazio pittorico. Ecco come l'astrattismo materico di questa originale artista è capace di esaltare le capacità espressive del segno e della " pasta pittorica " dei blu, dei gialli e rosa, dei volteggi dorati che sembrano meteore nel firmamento, dei bisticci tancrediani dove i colori si mescolano lievi tra loro, dei panneggi fioriti, dei laghetti verdi e viola, delle ombre chiare ed evanescenti diluite su certe opere. Acquistare opere di Clelia Vettrici deve essere facile come respirare, piacevole come una carezza ricevuta dalla persona amata e perché in esse c'è l'alito di un vento nuovo che nobilita la pittura spontanea e genuina.
Dottor Eraldo Di Vita
LE VIBRAZIONI CROMATICHE DI CLELIA VETTRICI
Clelia Vettrici passa dal figurativo all’astratto con la stessa facilità con cui si sono affermati i gli artisti più famosi e le sue ultime opere racchiudono una pulsionalità gestuale che, senza perdere di vista la natura, si fa puro piacere della materia pittorica e, con più passaggi di piccole pennellate sovrapposte, che spesso danno luogo a richiami reali (un fiore, un ramoscello o alghe marine), seguono un linguaggio segnico sempre più codificato e consapevole.
I vari passaggi dell’arte di Clelia Vettrici devono essere percorsi analiticamente: la natura umana (volti) e quella vegetale (paesaggi) adesso inquadrati a distanza ravvicinata (come col microscopio) tanto da occludere l’orizzonte e negare allo sguardo qualsiasi profondità o spazialità ulteriore.
La natura di questa artista diventa muraglia, confine, superficie assoluta di colori sfrangiati, di tocco, di pennellata e vibrazioni cromatiche.
Quello di Clelia Vettrici è un astrattismo concettuale che si avvicina alla “land art” e che cerca insistentemente una ritmina di superficie che le consenta di conferire una vibrazione unitaria ad ogni singola opera. Una tessitura, insomma, in cui possa ben dispiegarsi la forza del suo gesto, tutta l’intensità della vibrazioni cromatiche, tutta l’incisività del segno che tende ad addensarsi sempre di più a riempire ogni vuoto sulla superficie, dove l’immagine è sempre pronta a riaffiorare, perché il vero artista non si ferma mai sui risultati acquisiti.
Eraldo Di Vita
CLELIA VETTRICI
Clelia Vettrici nasce in Argentina e arriva in Italia all'età di quattordici
anni. Incomincia a dipingere molto presto riferendosi alle sue esperienze
ed ai numerosi viaggi per il momdo.
Ha partecipato a svariate mostre personali e collettive, in Italia e all'estero,
ha conseguito premi e riconoscimenti e le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.
IL NEOFIGURATIVISMO DI CLELIA VETTRICI
Il modo di lavorare di Clelia Vettrici e quello del neofigurativismo (movimento
contro l'estetica istituzionale e il formalismo) e della
pittura materica, un sistema sprizzante energie insolite.
Le sue superfici dipinte hanno lo spessore del bassorilievo, il colore è denso
e grumoso e crea fisiche suggestioni materiche e chiaroscurali.
Le immagini della Vettrici sono dinamiche architetture, ora astratte ora umane,
sempre arricchite da elementi scultorei estranei, come
orecchini, collane e ninnoli vari.
Questa artista, attraverso l'arte, ci restituisce ogni sua esperienza umana,
sia quella vissuta fino a 14 anni in Argentina ,sia con i suoi numerosi viaggi per il mondo.
Il suo linguaggio artistico è eclettico, lei sperimenta ogni angolo del'arte,
da quella materica e concettuale, all'astrattismo, approdando verso un proprio
stile, una propria realtà espressiva.
Soprattutto i "Volti" hanno una connotazione del tutto personale, dove
neofigurativismo si esalta in morfologie fantastiche e visionarie.
Un tempo avevo paragonato i suoi volti ai "dessins a boire" di Amedeo Modigliani, quelli
che il pittore livornese tracciava su di un taccuino in giro per Montmartre ad
elemosinare un bicchiere di alcool in cambio di un disegno.
Allora quei disegni sembravano scombinati e morfologicamente imprecisi e si è
capito molto più tardi la bellezza e l'importanza di quelle improvvisazioni.
Clelia Vettrici, nel tracciare i suoi "volti" non si cura delle anatomie, guidata com'è
dal sentimento e da quello che prova in quel momento, mentre dipinge. Quei "volti"
potrebbero sembrare delle caricature, allo sprovveduto visitatore, ma non è così
perchè l'importanza di queste figure sta nell'introspezione delle emozioni della
pittrice che li crea. Quei volti sono tante Clelia Vettrici, nei suoi particolari
momenti di donna e di artista.
Eraldo Di Vita
Se è vero che un artista propone se stesso nelle sue opere, Clelia Vettrici coglie perfettamente nel segno. Personaggio stravagante, estroverso, solare riesce a riprodurre nella violenza cromatica dei suoi dipinti la voglia quasi carnale ed ossessiva di vivere, vivere all'interno dei suoi fiori spesso simili a teste di medusa, sinuosi, provocanti, avvolti su se stessi quasi fossero spire animate. Riesce ad essere inquietante perfino nei suoi tramonti marini espessi in un non definito stile fra l'impressionismo e l'espressionismo, saturi di iridescenze violacee contrapposte provocatoriamente ad esplosioni materiche di rossi e gialli spatolati nelle loro tonalità primarie. Clelia non accetta imposizioni dettate dalle regole o da canoni pittorici di maniera, esce dagli schemi e libera se stessa quasi con violenza buttandosi sulle tele con atteggiamento si sfida verso il mondo che la circonda e nel quale lei si sente compresssa e lomitata dalle infinite regole che vigono nella società umana.
Occorre leggere le opere di Clelia entrando in esse per capire il suo io interiore oppure al contrario conoscere Clelia per entrare nelle sue opere.
Mario Bellero Maestro di pittura
I dipinti di Clelia Vettrici toccano con poesia, con felicità e con sentimento fiabesco le corde ora della pittura naive, ora dell'espressionismo, ora dell'astrrattismo. C'è molta gioia di vivere e tutto quello che Vettrici esprime con la sua pittura reca costantemente il timbro e lo stupore di un sogno.
Dottor Pietro Paci
Clelia Vettrici e la poesia del ritratto.
Sono rimasto colpito da un'opera dipinta da Clelia Vettrici. Il titolo è: " Maudune ",che è il ritratto di una ragazza, tutta azzurra, dall'abito al cappello, agli occhi a mandorla. Il collo lungo e sottile mi trasporta di colpo a Montmartre e l'assonanza di "Modine" con "Modi" ( Peintre Maudit - Pittore maledetto ) mi mette immediatamente in agitazione. Penso subito ai ritratti di Amedeo Modigliani, a quei volti ovali, a quei colli di cigno e la similitudine con i ritratti di Clelia è fatta . I ritratti della Vettrici, come " Maudine ", "Cleo", "Donna Flores", e "Haruyo", assomigliano a "Jeanne Hebuterne", "Lunia Czechowska", "Beatrice Hastings", e "Elvira" di Amedeo Modigliani. Mi si consenta questo audace accostamento anche per dimostrare il fatto che in arte il cerchio si chiude sempre in bellezza: Modigliani aveva assorbito dalle scritture africane e la Vettrici ha assimilato inconsciamente le matrici semplici ed elegantio di Maudi.
L'impostazione artistica di Clelia Vettrici sfugge da ogni dibattito estetico. I suoi ritratti non derivano da una problematica formale ma, per la loro dolcezza quasi fanciullesca, da un'interpretazione poetica dell'arte. Semmai la pittura di questa artista si può leggere come le poesie di Baudelaire, tratta dalla sua Antologia:" Spleen et ideal".
La semplicità dei tratti e del colore denotano una visione poetica da rassentare il naif ( come del resto era stato rimproverato a Modigliani) ma essi dimostrano un segno fluido, libero e un cromatismo contenuto, mai volgare, moderno. Le superfici pittoriche non vengono completamente intrise di colore, cosicché il fondo del supporto ( masonite, carta o tela) resta quasi trasparente , chiarendo esattamente dove comincia e dove finisce l'opera . Il ritratto è considerato l'origine stessa della pittura sui muri delle grotte dei nostri progenitori , quelli della mitica preistoria e resta l'elemento come mezzo per avere davanti agli occhi qualcosa che è lontano, facendola derivare, in ultima analisi, dall'amore e dal bisogno di conforto. Il ritratto può essere dunque considerato una tipologia pittorica in cui due esseri umani si fondono tra loro per sempre ( l'artista e il modello ). Ogni ritratto ci parla in ugual misura del pittore che lo esegue e della persona rappresentata. Nella Vettrici questo atto di fusione sembra particolarmente evidente. Essa ha sviluppato una serie di tratti stilistici personali ed è riconoscibile tra mille. Questo e tante altre cose ancora sono sufficienti a collocare Clelia vettrici nell'Olimpo delle artiste moderne.
Dottor Eraldo Di Vita.
L'impostazione artistica di Clelia Vettrici sfugge da ogni dibattito estetico. I suoi ritratti non derivano da una problematica formale ma, per la loro dolcezza quasi fanciullesca, da un'interpretazione poetica dell'arte. Semmai la pittura di questa artista si può leggere come le poesie di Baudelaire, tratta dalla sua Antologia:" Spleen et ideal".
La semplicità dei tratti e del colore denotano una visione poetica da rassentare il naif ( come del resto era stato rimproverato a Modigliani) ma essi dimostrano un segno fluido, libero e un cromatismo contenuto, mai volgare, moderno. Le superfici pittoriche non vengono completamente intrise di colore, cosicché il fondo del supporto ( masonite, carta o tela) resta quasi trasparente , chiarendo esattamente dove comincia e dove finisce l'opera . Il ritratto è considerato l'origine stessa della pittura sui muri delle grotte dei nostri progenitori , quelli della mitica preistoria e resta l'elemento come mezzo per avere davanti agli occhi qualcosa che è lontano, facendola derivare, in ultima analisi, dall'amore e dal bisogno di conforto. Il ritratto può essere dunque considerato una tipologia pittorica in cui due esseri umani si fondono tra loro per sempre ( l'artista e il modello ). Ogni ritratto ci parla in ugual misura del pittore che lo esegue e della persona rappresentata. Nella Vettrici questo atto di fusione sembra particolarmente evidente. Essa ha sviluppato una serie di tratti stilistici personali ed è riconoscibile tra mille. Questo e tante altre cose ancora sono sufficienti a collocare Clelia vettrici nell'Olimpo delle artiste moderne.
Dottor Eraldo Di Vita.
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